C’è un paesino un po’ nascosto tra i monti, dove il tempo si è fermato ma le ruote dei suoi mulini girano ancora.
Oggi vi porto a Lozzo di Cadore situato a circa 10 minuti da Auronzo. Per le indicazioni stradali su come raggiungerlo in auto vi lascio il link a —> Google Maps . Il paesino conta poco più di 1600 abitanti e sorge ad un’altitudine di 756 m.s.l.d.m. nei pressi del Rio Rin.
Già agli inizi del 900 nella zona del Cadore erano presenti numerosi Opifici. In poche parole erano dei laboratori nei quali veniva utilizzata la forza dell’acqua per trasformare la materia prima in prodotto finito. Proprio in questo luogo, lungo il corso dell’impetuoso Rio Rin, si svilupparono molte fiorenti attività artigianali che sfruttavano questo sistema. Dai documenti del tempo si accerta che verso la fine dell’ottocento a Lozzo si trovavano 10 ruote da mulino per macinare le granaglie, una sega azionata con la forza idrica che permetteva di tagliare grandi tronchi e circa 16 telai per i filati.
Al giorno d’oggi alcuni di questi mulini sono visitabili grazie a un percorso didattico che inizia proprio dal centro del paese di Lozzo.
Dopo aver parcheggiato l’auto vicino alla piazza principale dirigetevi verso ovest e seguite le indicazioni che non mancano. Arriverete nei pressi dell’ex Fucina Baldovin Marin, il primo esempio di mulino. Qui, convogliando l’acqua tramite una roggia si utilizzava la forza idrica per azionare un trapano, una fresa e delle ventole.
Il percorso procede verso nord. Seguendo il corso del fiume , si raggiunge l’Ex lanificio Zanella. Qui dal 1942 la forza dell’acqua veniva utilizzata per far girare la ruota di un mulino che permetteva di trasformare la lana grezza in filati.
Dal Lanificio, sopra la collina si può vedere il bellissimo Mulino “Dei Pinza”, con la sua ruota ancor funzionante. Il mulino si raggiunge in circa 2 minuti dal lanificio. Un documento storico data la concessione per lo sfruttamento di acqua per fini industriali al 1923. Con un salto di 6 metri l’acqua riusciva a generare 3,7 HP sufficienti ad azionare 4 ruote che fornivano la trazione per far girare le macine da grano.
Poco sopra al mulino dei Pinza si trova il mulino da Pra e Calligaro, un altro edificio dove veniva polverizzato il grano mediante due pesanti macine anch’esse azionate dalla forza motrice di una ruota che tutt’oggi gira.
Davanti al mulino da Pra e Calligaro , in una terrazza panoramica, sono presenti delle schede esplicative dove è possibile capire meglio il funzionamento delle ruote idrauliche e gli ingranaggi che permettono il loro funzionamento. Qui mi sono fermato per un po’ godendo del panorama sul Rio Rin e ascoltando il gorgoglio dell’acqua con il movimento ipnotico di queste ruote che sembrano non stancarsi mai; un’energia pulita da tempo sfruttata dall’uomo.
Il viaggio alla scoperta dei mulini di Lozzo non finisce qui: l’ultima tappa è secondo me la più interessante: la centralina elettrica Baldovin Carulli. Questo antico edificio trasforma il movimento rotatorio della ruota in energia elettrica, dal 1926 è tutt’oggi funzionante e fornisce energia per 200 case di Lozzo. Vedere i vecchi macchinari e la turbina è un indimenticabile salto nel tempo.
Altre cose da fare nei dintorni?
Il comprensorio di Auronzo Misurina offre svariate attività interessanti sia per i grandi che per i più piccini, sicuramente non ci si annoia. Questa sembra una frase banale ma non lo è. Vi spiego subito perché: il comprensorio annovera 3 Tra i laghi più belli del Veneto, per i più piccini c’è il parco avventura 3 Cime Adventure Park, in inverno è possibile percorrere alcuni tra i percorsi più belli con le ciaspole o visitare le Tre cime di Lavaredo.