Ogni luogo di antiche origini ha le proprie leggende come quelle del paese di Auronzo. Oggi vi raccontiamo la più interessante e simpatica di tutte: la leggenda del gallo punzecchiato tre volte.

La leggenda è un racconto tra mito e racconto, tra la fiaba e la favola, patrimonio culturale tramandato di bocca in bocca tra il reale e il meraviglioso.

— In latino leggenda significa letteralmente: “ scritto che deve essere letto”—

Circa 300 anni fa tra le montagne del Cadore, al villaggio di Auronzo, si viveva semplicemente bene e per questo la popolazione iniziò ad aumentare, con essa anche il numero di animali d’allevamento necessari per il sostentamento. Le mucche fornivano il latte fresco, i maiali la carne, le pecore la lana e il pollame le preziose uova. Più animali necessitano più pascoli, gli allevatori cercarono nuove terre espandendosi verso Dobbiaco un altro paesino situato nella stessa valle con le stesse esigenze di spazio, anch’esso in espansione.

Gli abitanti di Dobbiaco e gli Auronzani iniziarono a contendersi i territori tra incomprensioni e liti furiose. Si dice che i contadini ed allevatori passavano più tempo a litigare che lavorare, era assolutamente necessario sancire un confine per ritornare a vivere in armonia.

Come fare? Difficile decidere dove tracciare questa linea immaginaria che avrebbe riportato la pace.  Per trovare una soluzione, come spesso accadeva all’epoca, si rivolsero al saggio che viveva tra i due villaggi.

Il vecchio saggio per non favorire nessuno,  propose di scegliete due donne: una di Dobbiaco e una di Auronzo e di farle camminare l’una verso il villaggio dell’altra. Il punto d’incontro delle due sarebbe diventato il confine tra due paesi. Si raccomandò inoltre di far partire le donne all’alba di un nuovo giorno, precisamente al canto del gallo e di farle sorvegliare: la donna di Auronzo da due guardie di Dobbiaco e la donna di Dobbiaco da due guardie di Auronzo.

La sera prima della partenza, l’auronziana fece accomodare le due guardie provenienti dal comune di Dobbiaco davanti ad un caldo fuoco. Preparò loro dei piatti buonissimi, il tutto accompagnato da fiumi di buon vino. Alla fine della cena, tra i fumi dell’alcol e con la pancia piena le guardie si addormentarono. La donna rimase sveglia tutta la notte lavorando a maglia. Con grande astuzia, poco prima del sorgere del sole decise che era ora di partire e per far cantare il gallo lo punzecchiò tre volte con il ferro da maglia.

Il gallo strillò così forte che svegliò le guardie e – con grande anticipo rispetto alla dobbiachese-  si mise in viaggio.

Camminò tutta la mattina, percorse gran parte della valle d’Ansiei arrivando fino al lago di Misurina, lo oltrepassò e solo allora incontrò la donna di Dobbiaco che partendo più tardi, percorse molta meno strada.

Quel luogo d’incontro tra le due sancì pacificamente il confine che mise a tacere tutte le ostilità e diatribe tra i due villaggi anche se i terreni di Auronzo – grazie all’astuzia- risultarono molto più vasti.

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