Nell’estremo nord del Veneto sorge il Monte Piana lungo un confine immaginario presente fin dai tempi della serenissima che divideva la repubblica di Venezia dall’impero Austriaco. Oggi lo stesso confine è di carattere amministrativo e separa il Veneto dalla provincia autonoma di Bolzano. Proprio per questa sua caratteristica, tra i suoi massi, muschi e sporadici alberi, si è scritta parte della storia d’Italia.
La storia che sto per raccontarvi parla di battaglie che si svolsero durante la grande guerra proprio sul pianoro del Monte Piana, unico punto di vantaggio italiano dal punto di vista militare rispetto agli austriaci.

Il 24 maggio 1915 l’Austria-Ungheria dichiarò guerra all’Italia e così vennero inviati sul monte Piana e nelle sue valli 8 battaglioni di giovanissimi italiani pronti a difendere con la vita la patria.
Sempre il 24 maggio alle ore 8:30 una scarica di mitragliatrice proveniente dal vicino monte Rudo colpì l’esercito italiano impegnato a costruire la strada che da Misurina porta al monte Piana causando i primi caduti.
7 Giugno 1915: l’artiglieria austriaca iniziò a bersagliare l’esercito italiano verso le 4 del mattino. Era una notte buia e imperversava un temporale, con i favori dell’oscurità due gruppi d’assolto austriaci arrivarono nella conca occidentale e neutralizzarono velocemente le sentinelle italiane. In breve tempo si scatenò una tremenda battaglia. Gli scontri furono ancor più accaniti e cruenti nelle vicinanze della piramide Carducci, da lì gli austriaci riuscirono a penetrare le trincee italiane ma subirono un forte contrattacco. Date le forti perdite del fronte austriaco, per limitare i danni, ristabilirono il confine sul pianoro nord e dopo poche ore gli italiani ritornarono in possesso del pianoro sud. Dal giorno successivo sia italiani che austriaci iniziarono la costruzione di profonde trincee protette da filo spinato.
I giovani combatterono in condizioni disumane: al freddo, al gelo, con poco da mangiare e con vestiti non adeguati. In inverno le condizioni precipitarono ed entrambi gli eserciti pensarono a rafforzare le proprie posizioni.
Nei mesi a seguire ci furono parecchi scontri con ingenti perdite ma alla fine ben 2 anni di scontri portarono ad un nulla di fatto, i due eserciti si combatterono in un fazzoletto di terra senza ottenere la vittoria. La verità fu che valanghe, freddo e incidenti lungo i difficilissimi sentieri fecero più vittime dello scontro stesso. Sul monte Piana persero la vita più di 14000 soldati di entrambi gli schieramenti.
Monte Piana Oggi

Per ricordare i tragici eventi di questo monte, tra il 1977 e il 1981 fu istituito lo storico museo all’aperto del Monte Piana, visitabile gratuitamente. Vennero risistemate le trincee grazie al lavoro del gruppo “amici delle Dolomiti”. Furono ricostruite anche le gallerie, i camminamenti e le scalinate dell’epoca.
Al giorno d’oggi ripercorrere questi camminamenti è a dir poco emozionante, ripensare alle gesta dei giovani italiani che persero la vita tra quelle trincee è sconvolgente.
Cosa vedere? La prima tappa che vi consiglio è quella di visitare la chiesetta che si trova sulla destra del rifugio Bosi raggiungibile salendo la scalinata. Davanti ad essa difficile non vedere il cannone che sovrastando l’area sembra voler ancora difendere la valle sottostante.
Dal rifugio Bosi partono più sentieri, io ho percorso il 122 che permette di vedere e visitare numerose trincee fino a raggiungere la mitica piramide Carducci, costruita a ricordo della visita del poeta. da lì, proseguendo lungo il sentiero, si raggiungere la croce che sancisce l’arrivo in vetta.
Camminando verso nord si arriva alla campana dell’amicizia posta sulla vecchia linea del fronte in occasione dell’anniversario della fine della guerra.
Informazioni utili
Per informazioni su come raggiungere ilMonte Piana e le attività da fare in famiglia vi lascio il link: salita sul monte piana in motoslitta e sentieri per il Monte Piana