Oggi vi portiamo alla scoperta di un angolo del comprensorio di Auronzo/Misurina dove è possibile vedere i resti di un’antica strada romana che un tempo attraversava il Cadore tra spettacolari panorami e belle chiese, come il Santuario della Madonna di Loreto.
Lozzo di Cadore è situato a circa 10 minuti da Auronzo. Il paesino conta poco più di 1600 abitanti e sorge ad un’altitudine di 756 m.s.l.d.m. nei pressi del Rio Rin. Per raggiungere la via romana e il santuario – dopo essere arrivati a Lozzo – seguite le indicazioni per il campo sportivo, di fronte si trova un parcheggio gratuito accanto ad un parco giochi. Dopo aver lasciato l’auto proseguite per la strada in salita per poi imboccare Via Loreto, dopo circa 300 metri la strada asfaltata termina ed inizia un breve tratto sterrato. Si aprirà un panorama nella valle sottostate con panchine dove sedersi per un picnic, per i più piccoli sono presenti dei giochi dove passare del tempo spensierato; il santuario di Loreto è a 100 metri.
Il santuario è stato costruito rispettando le forme del gotico postumo, riconoscibili nel coro pentagonale e nel soffitto a volta con nervature che intrecciano stelle fantasiose. La forma attuale è dovuta a successive aggiunte di sagrestia, corridoio e cappellina. Il portico antistante è sorretto da robuste colonne lignee e racchiude un’area vasta più della navata per l’accoglienza dei fedeli.
La copertura a ripidi spioventi è a scandole lignee. Adornano l’interno una fastosa trabeazione e seicenteschi altari lignei intagliati e dorati alla maniera di Girolamo Comuzzo, celebre maestro intagliatore di Gemona del XVII secolo.
Le due pale classicheggianti sono opera di Tomaso Da Rin (1838-1922) di Laggio; una rappresenta l’immagine lauretana della Vergine, di Laggio; una rappresenta l’immagine lauretana della Vergine, l’altra Maria bambina.
Proseguendo per il sentiero in salita dove l’occhio spazia tra le montagne, la valle sottostante e paesini, si iniziano ad intravedere le profonde carreggiate scavate nella roccia viva dal passaggio di migliaia di carri trainati da asini e buoi. Questo è un interessantissimo ritrovamento che testimonia quest’opera ritenuta preromana o d’epoca romana. La strada proseguiva pianeggiante nel bosco fino al franamento della Ruoiba, per scendere poco dopo ai Treponti, punto di congiunzion
e con la via per Auronzo e per il Comelico.
Sicuramente in passato Lozzo di Cadore ricopriva un ruolo fondamentale, specialmente sotto l’aspetto viario. Attraverso questo passaggio si sviluppava la gran parte del traffico diretto o proveniente dal resto del Cadore e dalla pianura.
Tratto dal libro “Pagine di Storia e Itinerari turistici di Lozzo di Cadore” del Maestro Ezio Baldovin.
“A quanto pare, fu accolta con poco favore la idea di una possibile primitiva strada che, attraverso Revis, collegasse Lozzo verso occidente al resto del Cadore; attendibile appare l’importanza attribuita nei secoli alla cosiddetta via “dei coleniei”, qualche decina di metri più alta di quella che oggi conduce alla cinquecentesca chiesetta della Madonna della Neve, in Val di Croce, in territorio di Domegge. In senso opposto, dal ponte di Lozzo sul Rin, la strada saliva alla Piazza Vecchia del paese, oggi intitolata a Pietro Fortunato Calvi, e alla Riva de Brodevin; superava l’antica necropoli e proseguiva spedita verso est per Crodego, le Astre, col Campion e Loreto.