In quest’articolo troverete il racconto di un’esperienza, un’avventura adatta a tutti, sia a grandi che piccini in un contesto da favola tra le innevate vette di un monte dove si è scritta parte della storia d’Italia. 

Dove si trova il Monte Piana e come raggiungerlo 

Il Monte Piana si trova in Veneto, precisamente nell’estremo nord della provincia di Belluno, a poca distanza da Auronzo di Cadore.  

Come arrivare

Da Auronzo procedete verso Nord lungo la SR48. Al bivio di Passo 3 Croci girate a destra imboccando la SP49 fino ad arrivare al bellissimo lago di Misurina, all’altezza dell’hotel Dolomiti Des Alpes girate a destra mantenendo il lago alla vostra destra per via Giude Alpine fino al parcheggio di fronte al Camping alla Baita, a pochi metri dal bar ristorante la Genzianella. Potete lasciare lì l’auto; il parcheggio è gratuito per chi decide di raggiungere il monte Piana, per chi utilizza le piste da fondo o il campo scuola sci.  Se – come me – volete facilitarvi la vita, inserite sul navigatore Google Maps “Parking place Piste Misurina, 32041 Auronzo di Cadore BL”. 

Il racconto dell’esperienza

Siamo arrivati al parcheggio Piste Misurina alle 9 circa, il sole splendeva facendo brillare la fresca distesa di neve davanti a noi dove gli sciatori di fondo erano già in attività. A pochi passi di distanza si trova la baracca nella quale è possibile prenotare la salita al monte in motoslitta, lì, dove sono accatastati gli slittini che poi serviranno per la discesa. 

Ogni motoslitta trasporta 2 persone sul sedile posteriore e altri 6 nella “carrozza di coda”: praticamente una grande e comoda slitta che viene trascinata dalla stessa motoslitta.

Comprati i biglietti abbiamo atteso circa 15 minuti fino al fatidico momento quando- come al supermercato- hanno chiamato il nostro numero precedentemente assegnato al pagamento e poi… tutti a boooordooo.

La potente motoslitta sale veloce dal pendio e in 3 minuti eccoci arrivati al primo tornante, siamo già ad una certa altitudine. Mentre effettuiamo la curva guardo il panorama sottostante e scruto la valle con un brivido. Un tornante, poi un altro, poi un altro ancora. Il cuore mi batte forte, la velocità mi emoziona e alla fine vorrei non arrivare più, è troppo divertente ma aimè, dopo 12 minuti eccoci davanti al rifugio Bosi. Scendiamo, ci consegnano lo slittino e ci informano del fatto che non c’è limite di tempo, possiamo fermarci sul pianoro per quanto vogliamo e quindi via all’esplorazione. 

Siamo andati a vedere il cannone che maestoso sembra scrutare l’orizzonte, la chiesetta e le numerose trincee dove i militari di un tempo, durante la prima guerra mondiale hanno passato freddi inverni. Per saperne di più: Monta Piana- la storia. 

Si sa, la montagna mette appetito e non c’è posto migliore del rifugio per provare alcuni piatti d’alta quota come la polenta, salsiccia e funghi o buonissimi affettati misti accompagnati da una fresca birra. 

E’ ora di ripartire, è ora di vivere la seconda parte dell’avventura. 

Inforchiamo la slitta e via, giù per il pendio. La prima parte del percorso di discesa è stata come un corso intensivo di slittino, dove – quasi istintivamente- abbiamo imparato a frenare ( con i piedi) e a governarlo spostando il peso da una parte all’altra ma sempre senza esagerare. 

Non sono più un giovanotto ma mentre scivolo verso valle sorrido ai panorami, alla sensazione di libertà che sto provando, alla fortuna di provare certe esperienze e questa in particolare. Ci fermiamo all’incirca a metà percorso, scattiamo qualche foto ricordo e poi via, sempre più veloci, sempre più sorridenti. 

In 30 minuti raggiungiamo il punto di partenza e riconsegniamo lo slittino. Ne è valsa la pena? Assolutamente si. È un’attività che consiglio anche alle famiglie, magari scendendo in due con i bambini seduti dietro.

I costi 

Il costo dell’esperienza è di 25€ a persona per salire fino al Rifugio Angelo Bosi che si trova sulla cima del monte. Il prezzo comprende anche il noleggio dello slittino per scendere o – se preferite- il ritorno in motoslitta. 

Curiosità 

Perché il monte Piana viene chiamato così? Durante la prima guerra mondiale, per una questione identificativa, i due pianori dove avvennero fasi salienti di cruente battaglie vennero chiamati rispettivamente “monte Piana” dove combattevano gli italiani e monte Piano dove si trovava il fronte austriaco.

Un’altra curiosità? Precisamente nella sommità del Monte Piana passa il confine immaginario che divide il Veneto dalla provincia autonoma di Bolzano. Lo stesso confine coincide con la frontiera datata 1753 che divideva la repubblica di Venezia con l’impero austriaco. 

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