Tra le Dolomiti, lungo la strada statale 52 che percorre la valle d’Ansiei da Pieve di Cadore ad Auronzo c’è un luogo misterioso e non molto conosciuto: un posto dove la storia diventa leggenda.
Qui il fiume Piave incontra il fiume Ansiei in località Tre Ponti. Il nome di questo luogo deriva dal ponte triplo che collegava la valle D’Ansiei con la valle del Comelico e il Cadore. Il ponte purtroppo non c’è più, fu fatto brillare nel 1917 dagli italiani per fermare l’avanzata austriaca. Esattamente in questo angolo di bellezza montana si trovavano i resti di un ex centro termale al tempo molto famoso: i Bagni di Gogna, un luogo dall’atmosfera surreale che ha ispirato leggende e racconti.
Gogna era conosciuta già dal 1500: anche Cesare Vecellio descrisse i poteri curativi delle acque che scaturivano dalle quattro sorgenti. Si narra che Giulio Cesare si fermava in questo luogo durante i suoi viaggi per raggiungere Aquileia. Una tra tutte le leggende che aleggiano in questa zona è la storia di Attila che verso la conquista d’Italia passò per il Cadore e per l’antica città di Agònia che distrusse ma non prima di innamorarsi di una bella Cadorina che portò via con se.
Fu nel 1800 che questo luogo raggiunse il massimo della fama grazie all’edificazione di un vero e proprio centro termale all’avanguardia che divenne un centro turistico rinomato e conosciuto in tutt’Italia. Lo stabilimento era diviso in due parti: prima e seconda classe in due edifici dotati di caldaie che scaldavano l’acqua alla temperatura ideale. Immergersi in queste acque era consigliato per la cura dei reumatismi, dolori articolari e per problemi gastrointestinali.
Ben 24 erano le camere da bagno caratterizzate da vasche in pietra dove ci si immergeva e ci si rilassava, alcune di queste vasche sono tutt’ora visibili. In quest’area è oggi possibile conoscere la storia di questo luogo grazie anche alle informazioni riportate nei pannelli esplicativi esposti in zona .
La prima guerra mondiale segnò purtroppo il declino dei bagni di Gogna, le strutture infatti vennero requisite dallo stato italiano e trasformate in ospedale da campo. Alla fine della prima guerra mondiale lo stabilimento divenne una colonia infantile. Nel 1966 una spaventosa alluvione colpì la zona di Auronzo e il fango sommerse le sorgenti e i fabbricati.
Al giorno d’oggi possiamo vedere solamente i resti di ciò che un tempo era un posto frequentatissimo. La sorgente si trova ancora lì, con il suo caratteristico odore di zolfo percepibile tra gli alberi di questo bosco misterioso. La visita è consigliata a tutti, interessante ripercorrere parte della storia del Cadore in una breve passeggiata a pochi passi dal Piave e da Auronzo di Cadore
Altre esperienze da fare in zona? A poca distanza si trova il caratteristico villaggio di Lozzo con i suoi mulini